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Farecchiata (polenta di roveja) ricetta tradizionale

farecchiata farina di roveja nel piatto con alici farrecchiata

RICETTA FARECCHIATA / FARRECCHIATA

La roveja è un pisello selvatico, recentemente riscoperto, che ha una storia ricca nel territorio della Valnerina e molti ristoranti tradizionali preparano la FARECCHIATA, chiamata anche FARRECCHIATA ma.. no.. di solito non si chiama così. Tanto più che non è fatta con il FARRO!

La ricetta tradizionale deve, probabilmente, il suo successo alla consistenza del piatto finale, al grado di nutrimento e alla modalità molto flessibili di conservazione del “pisello selvatico”, la roveja. Questo legume rugoso deve alla sua spessa buccia la sua conservazione: si secca e diventa duro ma non si degrada facilmente.

Le alici che vengono utilizzate in questa ricetta sono quelle sotto sale, anch’esse a lunga conservazione. In pratica un piatto povero ma ricco di tradizione.

DIFFICOLTA’ DI PREPARAZIONE

facile

TEMPI

1 ora

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

– 1/2 kg di farina di roveja
– 50 gr di alici
– 1 spicchio d’aglio
olio extra vergine di oliva

PREPARAZIONE

Per preparare al meglio la farecchiata occorre prima di tutto mettere la nostra farina di roveja in ammollo in pochissima acqua, in modo da far amalgamare per bene il composto e generare così un composto cremoso.

Si portano poi ad ebollizione 2 litri di acqua salata e, non appena inizia a bollire, aggiungere lentamente la nostra farina senza mai smettere di mescolare.

farecchiata in cottura
farecchiata in cottura

A questo punto occorre far evaporare i liquidi.

Far bollire per almeno 20 minuti a fuoco lento, continuando a mescolare, finché comunque non si è ristretta abbastanza.

Quando la farecchiata è prossima al termine della cottura far soffriggere, in una padella, l’olio con l’aglio e le alici. Versare la farecchiata nei piatti e condire con il soffritto.

Il suo aspetto finale ricorderà la polenta, ma con un colore decisamente più scuro e una consistenza più porosa.

Consumare calda per il miglior risultato.

Alternative alla farecchiata con la roveja

Scopri un’altra ottima ricetta: la zuppa di roveja oppure prova la vellutata di roveja della Norcineria Ulivucci


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Zuppa di farro in crema di lenticchie

zuppa di farro in crema di lenticchie dettaglio

La preparazione del farro è molto flessibile, diciamo che è un po’ come preparare il riso ma senza il problema del fatto che “scuoce” in quanto è un po’ più resistente.

L’unione con le lenticchie (un prodotto assolutamente tradizionale della montagna) ci permette di assaporare due gusti differenti che, unendosi, danno un prodotto più completo. Morbido nella vellutata e compatto nella parte con i cereali, con tanto gusto e sapore

Ingredienti per 4 persone

Iniziamo con il dire che i prodotti utilizzati in questa ricetta non vanno tenuti in ammollo: sia il farro che le lenticchie sono due prodotti da lavare (per rimuovere eventuali impurità), controllare (per evitare che ci siano piccoli sassolini o altro materiale non idoneo) e sono pronti da cuocere.

Per preparare questa ricetta, in una casseruola, mettiamo a cuocere le lenticchie insieme al sedano, a mezza cipolla, all’aglio e al sale. Il prodotto, una volta cotto, andrà completamente sminuzzato. Per rimuovere le parti più grandi che rimangono compatte passiamo il risultato al passaverdure in modo da avere un composto più omogeneo.

Nel frattempo prepariamo la nostra pentola con cui normalmente cuociamo la pasta e riempiamola fino a metà con acqua e aggiungiamo un pugno di sale. Quando l’acqua è bollente buttiamo il farro e dopo circa 15 minuti il farro perlato sarà cotto. Scoliamo il farro appena cotto.

A questo punto prendiamo una casseruola, aggiungiamo un filo d’olio e la mezza cipolla rimasta, finemente tagliata. Facciamo rosolare, quindi aggiungiamo la purea di lenticchie e di farro cotto. Facciamo amalgamare per qualche minuto e serviamo caldo, aggiungendo direttamente sul piatto un po’ di parmigiano grattugiato.


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Risotto con lo zafferano

Ingredienti per 4 persone

Fate rosolare con poco olio la cipolla tagliata a fettine sottili, quando avrà preso colore unirvi il brodo e appena caldo aggiungete il riso con il liquido di infusione dello zafferano (lasciando anche stimmi di zafferano, vedi la preparazione di seguito). Lasciate sobbollire il riso nel brodo fino a cottura ultimata, se necessario aggiungere altra acqua. Prima di spegnere il fuoco mantecate con il parmigiano e il burro

ZAFFERANO PURISSIMO

Lo zafferano è una spezia ricavata da un fiore bellissimo, conosciuto sia dagli antichi Egizi che dai Romani e dai Greci. Siamo riusciti così a ripetere un’antichissima coltivazione: si hanno documenti sullo Zafferano che risalgono al 1300. Il fiore è il CROCUS SATIVUS, da cui si estraggono i tre stimmi interni color rosso vermiglio. La raccolta avviene tra Ottobre e Dicembre e deve essere fatta ogni giorno, nelle primissime ore del mattino; quindi gli stimmi estratti vengono essiccati mediante tostatura. Lo Zafferano è usato da sempre nella farmacopea per le sue proprietà medicinali: sedative, digestive antispasmodiche. Ma è nell’arte culinaria che diventa ingrediente insostituibile di numerosissime ricette. Lo Zafferano infatti si sposa con una grande varietà di alimenti, di cui il riso è senz’altro il più noto. Usatelo nelle ricette di carne, nella pasta viene consigliato dai 3/4 stimmi di Zafferano per persona.

Gli stimmi di zafferano vengono fatti sciogliere in poca acqua calda e con la stessa si condisce il tutto. Questa procedura vale per tutte le nostre ricette.

Scopri come usare lo zafferano purissimo con questo video:

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